lunedì 3 giugno 2013

  "PROGETTO BABINA, LA REALTà AUMENTATA E KANT"


Al Liceo G.Pascoli di Bolzano si è svolto un interessante progetto con Pietro Babina che 


prende il nome di "ECO" ossia Electronic Operation Online. Scopo di questo progetto è stato il


 riuscire a creare una storia virtuale attraverso l'utilizzo del Blog e delle nuove tecnologie.


In una settimana la classe del liceo ha realizzato un esempio di scrittura creativa che poi si è 


trasformato in una vera e propria scena di teatro. La scrittura creativa è ogni genere di 


scrittura che va al di là della normale scrittura professionale, è un esercizio mentale dove 


bisogna far emergere tutta la propria creatività e fantasia.


Il risultato di questo esperimento è stato un dialogo tra due persone che racconta di una fuga

 e di una misteriosa morte non del tutto sicura. La classe si è messa completamente in gioco 


imparando nuove tecniche di scrittura e di realizzazione di testi con l'utilizzo di cellulari, 


telecamere e strumenti come il Blog.


"ECO" è un esempio di REALTà AUMENTATA cioè una 
 realtà mediata dall'elaboratoresi 


intende l'arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere 


manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque 


sensi.Gli elementi che "aumentano" la realtà possono essere aggiunti attraverso un 


dispositivo mobile, come uno smartphone, con l'uso di un PC dotato di webcam o altri sensori,


 con dispositivi di visione (per es. occhiali a proiezione sulla retina), di ascolto (auricolari) e di 


manipolazione (guanti) che aggiungono informazioni multimediali alla realtà già normalmente 


percepita.


A questo tipo di realtà è legato il concetto di Spazio che possiamo ritrovare nella dottrina di 

Kant secondo il quale:


-si avverte un effetto degli oggetti su di sé anche quando essi si trovano in spazi differenti da 


quelli originari, quindi l'idea astratta di spazio precede sicuramente quella concreta dei 


molteplici spazi. Kant qui non fa esempi, ma è facile pensare a qualunque cosa di "sensibile 


emotivamente", in grado di suscitare un ricordo. Su questa argomentazione si potrebbe 


addirittura fondare la psicologia, se per "effetto" intendiamo una sensazione pisco-somatica


 (benché questo non venga detto da Kant);


-sul piano logico è impossibile pensare a un oggetto senza lo spazio che lo contenga, mentre si


 può facilmente pensare a uno spazio vuoto. Su questa argomentazione si fonda - secondo


 Kant - la geometria;


-uno spazio desunto in maniera pura non può essere la somma di molti spazi, ma solo un 


tutto unico, che, limitandosi, produce differenti spazi. Su questa argomentazione logica si 


potrebbe anche fondare l'astronomia, che in fondo non è che una matematica applicata alla 


fisica (la stessa teoria matematica degli insiemi potrebbe rientrare in tale argomentazione);


-sul piano metafisico noi possiamo pensare allo spazio come a una grandezza infinita, che 


rende possibile un numero infinito di rappresentazioni. La rappresentazione dell'universo ha


 la connotazione della "infinità" non per un ragionamento logico, ma semplicemente perché 


non si è in grado di dimostrarne la finitezza.



lunedì 11 marzo 2013

Leibniz e le Monadi



                                   
                        GOTTFRIED WILHELM VON LEIBNIZ


Nasce nel 1646 a Lipsia, si laureò in giurisprudenza e poi iniziò la 

sua ricerca sulla Naturalistica. Realizzò vari scritti politici e giuridici

 e si occupò anche di logica e fisica.

Scoprì il calcolo integrale che era già stato scoperto da Newton ma

 Leibniz scoprì una più rapida applicazione.

I suoi scritti concernono la giurisprudenza, la politica, la storia, la 

teologia, la matematica e la fisica. Tra i più notevoli c'è il Discorso 

sulla Metafisica, I Principi della Natura fondati sulla ragione, I 

Principi della Filosofia noti con il titolo di Monadologia.

Il pensiero che domina tutte le multiformi attività di Leibniz è : 

esiste un ordine spontaneamente organizzato e quindi libero. Per

 Spinoza ad esempio c'è un solo ordine e univoco e necessario che è 

Dio, per Leibniz Dio è colui che ha scelto tra i vari ordini possibili 

dell'universo il migliore o il più perfetto, un ordine che includa la 

possibilità di scelta e che sia determinato dalla scelta stessa.



                                                        L'UNIVERSO MONADISTICO


Leibniz giunge a riconoscere che unico è l'elemento ultimo che 

entra a comporre il mondo, sia il mondo dello spirito sia quello 

dell'estensione. Egli elaborò il concetto di sostanza individuale 

riferendosi all'individualità umana. La sostanza individuale è lo 

stesso principio della ragione elevato a entità metafisica cioè

 elemento costitutivo in un ordine libero. 

Egli comincia a introdurre la parola di monade con la quale poteva

 unificare il mondo fisico e quello spirituale in un ordine universale 

e libero. La monade è un atomo spirituale, una sostanza semplice 

senza parti e quindi priva di estensione e invisibile, come tale non si

 può disgregare ed eterna. 


                      MATERIA PRIMA E MATERIA SECONDA


Anche la materia è costituita da monadi, essa non è veramente nè 

sostanza corporea ne spirituale ma piuttosto un aggregato di 

sostanza spirituali, per questo è infinitamente divisibile ma i suoi 

elementi non hanno niente di corporeo, sono atomi di sostanze 

come le monadi.

La parola "monade" deriva dal greco "monas" e significa uno, 


singolo, unico.

Il termine nel senso di ultima unità indivisibile comprare nella storia

 della filosofia greca. Nella dottrina di Pitagora si usava per indicare

 il principio da cui derivano gli elementi costituenti del mondo.

In Platone veniva usata come sinonimo di idea.

In Aristotele si presentava come il principio del numero che è privo

 di quantità, indivisibile e immutabile.

In Leibniz la dottrina del monadismo occupa una posizione di 

primaria importanza.

Le monadi sono semplice sostanze cioè centri di forza e non 

possono avere inizio o fine se non tramite creazione. Sono 

indipendenti e ogni monade è unica cioè non esistono due monadi 

uguali, ogni monade deve avere il potere di rappresentazione 

attraverso il quale essa riflette ogni altra monade in maniera tale 

che un occhio possa osservarvi l'universo intero lì rispecchiato.

 Ognuna delle monadi vive in un suo mondo che è il riflesso della 

sua interiorità, è chiusa nella sua esistenza più o meno cosciente. 

Esse comunicano tra di loro, infatti nel momento in cui una monade

 compie un atto le altri monadi ne compiono uno corrispondente.

domenica 9 dicembre 2012

L'identità e John Locke

                                                              L'identità-John Locke


Un problema di filosofia della mente è quello dell'identità personale, ossia dei criteri che ci 

permettono di parlare della permanenza della stessa persona nel variare del tempo.

La domanda da porsi è cosa fonda l'identità personale nel tempo? A questa domanda sono 

possibili varie risposte; si può sostenere che un individuo resta sempre lo stesso in virtù del 

suo corpo, cioè sulla base della sua continuità corporea.

Un'altra risposta possibile è che l'identità risulta determinata


 non dal corpo ma dalla 

continuità degli stati coscienti. 

Nella filosofia moderna il filosofo inglese John Locke ( 1632-

1704 ) ha dato una soluzione 

nel suo saggio sull'intelletto. Secondo Locke ciò che ci rende la stessa persona e ci fa 

essere coscienti del nostro comportamento passato è la nostra coscienza, resa possibile dal 

ricordo delle azioni compiute. Egli introduce quindi un concetto psicologico dell'identità e 

non corporeo.

Per spiegare questa tesi Locke ha proposto un esperimento abbastanza semplice chiamato


 "Il principe e il ciabattino" , è un esperimento fantastico, infatti, molti filosofi per spiegare le 

loro tesi in modo pratico spesso utilizzando la fantasia. L'esperimento inizia con una 

domanda :" Se l'anima di un principe, portando con sè la consapevolezza della vita passata 

del principe, entrasse a informare di sè il corpo di un ciabattino subito dopo che questo 

fosse stato abbandonato della propria anima, ognuno vede che egli sarebbe la stessa 

persona che il principe, responsabile solo delle azioni del principe, ma chi direbbe che si 

tratta dello stesso uomo?"

Se la coscienza di un principe e tutti i suoi ricordi venissero trasferiti nel corpo di un 


ciabattino , quest'ultimo diventerebbe un principe nonostante il suo aspetto. Per questo 

secondo Locke, l'identità del principe come quella di ogni persona non dipende dal suo

 corpo ma dalla continuità della sua coscienza. Sono i suoi stati coscienti e la sua memoria 

che fanno del principe ciò che è e non il permanere della sua sostanza corporea.

Ma non dipende nemmeno dalla sostanza spirituale perchè essa è intesa come uno "strato 

sotto" i nostri stati d'animo e quindi non è oggetto d'esperienza. In conclusione per Locke 

l'unica sostanza che ai nostri occhi ci fa essere sempre la stessa persona è la continuità dei

 nostri atti coscienti.